Newlife: l’app social nata per aiutare
«Da un’idea di Mauro Tiberti ecco Newlife, l’app che raccoglie una community dove gli utenti si aiutano a vicenda con conoscenze, tempo e sostegno.»
Born to help, nata per essere utile: arriva newlife, la nuova app che vuole ridefinire il nostro approccio con i social network, recuperando la loro originaria funzione di collettore e connettore di vite diverse. Progetto tutto italiano, nato durante il lockdown, punta a dare vita ad una community in cui condividere consigli, conoscenze e impegno per chi ha bisogno, oppure dove chiedere aiuto a chi è più esperto. Newlife è uno spazio popolato da persone vere, i newlifer, che si mettono a disposizione per migliorare il mondo passo dopo passo, attraverso il sostegno reciproco e la collaborazione.
Dietro l’idea c’è Mauro Tiberti, AD di ODStore, imprenditore visionario e protagonista di una delle storie di successo più avvincenti degli ultimi anni, che ha scelto di dare vita ad un progetto virtuale ma virtuoso, lontano da certi cliché tipici dei social network.
Tutti utenti verificati
Come funziona

Sono quattro le macro-aree a disposizione sull’app di newlife:
- Help Me: il fulcro dell’app, lo spazio per chiedere e donare aiuto, selezionando anche l’area geografica per una migliore interazione di prossimità;
- Chat: il sistema di messaggistica interna per comunicare con gli altri newlifer verificati e autenticati grazie a DayHour un sistema innovativo che consente più libertà;
- Eventi: ogni utente privato o aziendale potrà promuovere gli eventi reali o virtuali e condividerli sulla piattaforma.
- Informazione: molteplici pianeti esplorabili per approfondimenti su tematiche diverse, con un occhio di riguardo alla positività e alla raccolta di consigli utili per la vita quotidiana.
Come è nata newlife
L’idea di newlife è nata nel mezzo del primo, intenso, lockdown. Mauro Tiberti osservava una Milano deserta e percepiva l’angoscia attorno a sé. Era arrivato il momento di provare a aiutare gli altri in modo concreto. «Uno dei maggiori problemi della modernità è che non ci guardiamo più in faccia, viviamo tutti assieme ma siamo estranei l’uno all’altro – spiega Tiberti. – Una notte mi sono svegliato all’improvviso, avevo l’idea in testa. Ho preso un foglio, una biro e ho iniziato a scrivere una storia. Quando l’ho finita, mi son detto: “Ora però devi realizzarla”. Mi son ripromesso di non metterla in un angolo nel momento in cui l’economia fosse ripartita e tutti saremmo stati risucchiati dalle dinamiche precedenti, dalla frenesia di sempre, dalle beghe quotidiane. Mia nonna Domenica mi diceva sempre di farmi un nodo al fazzoletto, quando avessi preso un impegno con me stesso e fossi deciso a onorarlo. Niente nodo al fazzoletto: mi son fatto realizzare un tatuaggio, nell’aprile 2020. Una scritta: “newlife”. È sul mio polso destro, perché volevo poter rileggere questo messaggio che mi ero mandato, ogni volta che mi fossi lavato le mani»
Il progetto non è solo un’idea vincente: per lo sviluppo è stato coinvolto un team di professionisti esperti di tecnologia, psicologia e marketing.