Li Somari: la trattoria “fuori porta” di cucina laziale
«Ricercatezza culinaria e tradizione locale alla trattoria Li Somari, locale nel cuore di Tivoli firmato dallo Chef pluristellato Adriano Baldassare.»
“Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta” – citava Francesco Guccini nella sua Canzone delle osterie di fuori porta. Di recentissima apertura, Li Somari è l’ambizioso progetto del suo fondatore Andrea La Caita (socio e fondatore di Acquolina* – Acquaroof Terrazza Molinari – Velo – Alto – Regina Elena di Pescara) che, in seguito all’esperienza con il suo ristorante Vesta a Tivoli– unico ristorante nella storia locale ad aver ottenuto Una Stella Michelin nel 2009 – ha voluto rimettersi in gioco con l’obiettivo di valorizzare nuovamente la cucina locale e la città di Tivoli grazie ad una nuova proposta culinaria. Situato nel centro di Tivoli, Li Somari coniuga alla perfezione tradizionalità e innovazione con l’obiettivo di preservare al meglio la cultura del territorio laziale e al contempo valorizzarla grazie alla proposta innovativa dello chef Adriano Baldassarre.

Luogo storico

Piatti senza tempo
In carta sarà sempre disponibile un piatto come omaggio allo Chef di Acquolina, Alessandro Narducci, scomparso prematuramente. Lo Chef propone anche tre menu degustazioni fino ad arrivare a un percorso che rispecchia in toto la sua cifra stilistica:
- Pane ai 5 cereali con Humus di Lupini, olive e olio locale;
- Carpaccio di trota, Acqua di pomodoro e lamponi;
- Agnello tonnato;
- Baccalà mantecato e patate con tartufo e crostino con burro al prezzemolo;
- Polpetta di coda e sedano; Fettuccine burro, parmigiano, limone e maggiorana;
- Gnocchi di patate ripieni di pollo alla cacciatora, cipollotto e intingolo;
- Coniglio alla cacciatora e senape di Meaux; Millefoglie di lingue di gatto, crema e caramello salato, Biscotteria della casa e Caffè.
La trattoria ha 28 coperti a piano inferiore con una sala privé; al piano superiore lo Chef’s table con 5 coperti, cucina a vista e una sala che entro dicembre 2022 ospiterà la pasticceria, un suggestivo camino del ’500 e altri 30 coperti. La carta dei vini, con oltre 500 referenze, rispecchia in toto il concept della cucina con una proposta di circa 90 etichette solo laziali, appartenenti a cantine di nicchia e ricercate. Toscana e Abruzzo spiccano tra le regioni vinicole di riferimento, in linea con la cucina figlia di culture e terre limitrofe. I vini laziali vengono accuratamente selezionati dall’esperto del territorio Giulio Ficorella, proprietario di un’enoteca ad Olevano Romano, che cura anche la parte gastronomica locale. Manuel Mingoni, con un’esperienza da calciatore professionista, è il sommelier della struttura e si occupa della scelta di tutti gli altri vini.
Sostenibilità e ricercatezza
Sostenibilità e valorizzazione delle piccole realtà locali, a partire dalle aziende vinicole locali di Piero Riccardi e Lorella Reale, Damiano Ciolli, Carlo Noro, per citare alcuni dei nomi menzionati in una delle due carte dei vini – “Lazio e le chicche fuori dal Lazio” – curata da Li Somari e sempre disponibile. La seconda – “L’Italia e il resto del mondo” – nasce invece dalla collaborazione con l’Enoteca Gaudì e per questo non sempre fruibile. Una cucina giornaliera e stagionale per garantire materie prime freschissime e che omaggia e promuove l’inclusività e la diversità, a partire dal personale. Ad affiancare Chef Baldassarre in cucina troviamo infatti Rahman Hifjur e Deluwar Talukdar come maitre di sala, entrambi originari del Bangladesh.
«Rahman e Deluwar sono due ragazzi ambiziosi a cui ho voluto dare un ruolo di rilievo nella mia insegna. Precisi, puntuali e fortemente legati al progetto, sono ormai un punto di riferimento della squadra. Rispondono a pieno ai miei valori di inclusività e opportunità e rappresentano dunque un valore aggiunto per l’azienda, insieme al resto dello staff» – spiega il titolare Andrea La Caita. Una squadra più che una brigata: Alessio Pasquini, in quanto fautore della cucina circolare, rivalorizza le parti povere (quinto quarto) rendendole protagoniste. Completa il gruppo il sous chef ed economo Ernesto Toma, la responsabile dell’accoglienza Isabella Tardani e il più giovane del gruppo Antonio Spizzuoco, chef de pass.
Tutti i segreti de Li Somari
«Seleziono personalmente e accuratamente i piccoli fornitori locali, artigianali, che producono materie prime seguendo la stagionalità del prodotto. L’idea è quella di avviare delle vere e proprie collaborazioni a lungo termine con le realtà laziali di nicchia per la produzione di olio, confetture, salse di pomodoro e altro realizzati ad hoc per noi. Un modo per valorizzare le piccole realtà sostenibili anche attraverso uno shop targato Li Somari» dice Andrea La Caita. La scelta ecologica si evince anche dal locale realizzato interamente con materiale di recupero: pavimenti, tavoli, sedie e addirittura posate e bicchieri in argento, alcune delle quali realizzate dall’artigiano Gianni Lopez ideatore dell’insegna de Li Somari che accoglie i clienti all’entrata della struttura.
Un progetto, quello di Andrea La Caita, che coinvolgerà anche importanti chef stellati come Alessandro Ferracci, figlio di Anna Dente (cuoca riconosciuta come l’ambasciatrice della cucina romana nel mondo), Daniele Lippi e Davide Pezzuto, per cominciare. L’idea è far realizzare ad ognuno di loro un piatto da mettere in carta e che omaggi la cucina tradizionale del territorio in stile Li Somari; un modo per far confluire le eccellenze limitrofe a Tivoli, una sorta di ponte della cultura laziale. Una cucina territoriale caratterizzata da una riscoperta di sapori antichi, riproposti in combinazioni dal gusto innovativo in un locale accogliente ed eco-friendly, all’interno di un contesto di inclusione e diversità culturale – questa la proposta de Li Somari.