Pitti Moda: storia di qualità e innovazione fiorentina
«Si apre a Firenze, con il Pitti Modaprima, il periodo dell’anno dedicato alla moda italiana, ma qual è la storia che si nasconde dietro questo marchio, indice di qualità e innovazione tutta Made in Italy?»
Lo scorso week end si è svolto a Firenze, alla Stazione Leopolda, il Pitti Moda Prima. Un appuntamento che ha lo scopo di presentare le novità della moda, pensata per la grande distribuzione, al pubblico internazionale. Il salone, infatti, espone una selezione di collezioni prodotte in Italia, ma pensate per la distribuzione globale.
Noi di Snap Italy abbiamo partecipato e, nell’attesa di comunicarvi quali sono state le novità e le impressioni di questo 2016, vogliamo tornare un attimo indietro nel tempo e ripercorrere la storia del Pitti e della moda Made in Italy. Firenze è sempre stata un polo conosciuto a livello internazionale per alcune attività imprenditoriali, tra cui appunto, l’industria della moda. Il Made in Italy e la produzione artigianale, trovano in questa città le loro origini e la loro dimora. Ma andiamo per gradi e vediamo come il mercato della moda ha attraversato il tempo, fino ad oggi.
Anni ’40 : non esisteva ancora una vera e propria industria dell’abbigliamento, ma c’erano piccole sartorie che creavano abiti su misura. Il clima artigianale e culturale della città ha permesso poi la nascita dei primi “buying offices” italiani, di cui uno dei più importanti fu quello di Giovanni Battista Giorgini.
Anni ’50 : comincia la promozione degli abiti italiani, caratterizzati da un qualità e da una raffinatezza che comincia a dare del filo da torcere al primato dei francesi. Il 12 febbraio del 1951 viene organizzata la prima sfilata di grande successo, in Villa Torrigiani, casa di Giovanni Battista Giorgini. I modelli delle sorelle Fontana, Jole Veneziani, Fabiani, Pucci, Noberasco, Carosa e Schuberth lasciano a bocca aperta il pubblico di compratrici e giornaliste americane.
Da qui inizia il successo della moda italiana. Dal 1952 al 1982 le sfilate si svolgono nella famosa Sala Bianca di Palazzo Pitti. La moda italiana diventa un affare mondiale e nel 1954 nasce il Centro di Firenze per la Moda Italiana (CFMI), l’organo che da questo momento in poi si occuperà dell’organizzazione degli eventi.
Anni ’60 : la situazione politica ed i moti studenteschi del ’68, portano ad un cambiamento dell’idea di moda. Da qui il movimento degli esponenti dell’Alta Moda verso città come Parigi e Roma, mentre Firenze rimane il centro di attrazione delle novità di una moda più informale, tipica del momento. Nel 1965 Giorgini, fautore dell’intero meccanismo della moda fiorentina, lascia il CFMI, e nel 1967 è Franco Tancredi a diventarne nuovo presidente. Nello stesso anno firma un accordo con la Camera Nazionale della Moda per cui le sfilate di Alta Moda vengono spostate definitivamente a Roma, negli atelier dei sarti, mentre le collezioni di Boutique e Maglieria restano e si sviluppano a Firenze.
Anni ’70 : il presidente Tancredi, ha l’ottima intuizione di legare il CFMI all’industria, scegliendo come interlocutore privilegiato la grande distribuzione in Europa, Usa e Giappone. In questi stessi anni a Palazzo Pitti esordiscono stilisti come Armani, Albini e Missoni.
Questi sono gli anni in cui la moda di Pitti comincia a dividersi in vari settori, e così nel settembre del 1972 ecco la prima edizione di Pitti Uomo, rassegna di abbigliamento e accessori maschili, che avrà in futuro un’importanza a livello internazionale. Nel 1975 è la volta di Pitti Bimbo, proposta di abbigliamento e accessori per bambini, con l’organizzazione di mini sfilate. Arriviamo poi nel 1977 alla nascita di Pitti Filati, punto di riferimento per il mondo un po’ anarchico dei produttori di maglieria. Infine nel 1978 è il turno di Pitti Casa, precursore di quello che sarà poi il salone del mobile di Milano.
Anni ’80 : viene chiusa la celeberrima Sala Bianca e tutto si trasferisce nei padiglioni della Fortezza da Basso. Nel 1987 Marco Rivetti viene nominato presidente e amministratore delegato del Centro Moda, che nel 1988 cambia nome in “Pitti Immagine”.
L’anno successivo Vittorio Rimbotti è il nuovo presidente del CFMI e Raffaello Napoleone direttore di Pitti Immagine.
Anni ’90 : piena trasformazione del modello fieristico, basato ora su selezione dell’offerta, varietà delle collezioni, strategie innovative, integrate di marketing e comunicazione. Nel 1995 viene nominato presidente Mario Boselli; il CFMI diversifica e specializza varie attività a supporto della moda come grandi eventi culturali (biennale di Firenze), formazione (Polimoda), saloni esteri ed editoria.
Inoltre la Fortezza di Basso si trasforma e apre la Stazione Leopolda, dove si realizzano i maggiori eventi di comunicazione.
Anni 2000 : i cambiamenti sono molti, e su vari livelli. Ricordiamo nel 2002 l’insediamento del nuovo presidente di Pitti Immagine, Gaetano Marzotto, e nel 2004 la nascita di Pitti Fragranze, un’esposizione dedicata alla profumeria, ai prodotti per la cura del corpo e dell’estetica della casa. Nel 2009 Alberto Pecci diventa nuovo presidente del CFMI, in un periodo particolare, di profonda trasformazione della moda e di forte crisi economica. Nel novembre del 2011 approda a Firenze il ModaPrima. Nel 2012 Stefano Ricci è il nuovo presidente del CFMI, sostituito poi nel 2015 dall’attuale Andrea Cavicchi.
Ultima iniziativa di Pitti, del gennaio 2016, è il “Pitti tutorship”, una divisione dell’azienda che si occupa di accompagnare i fashion designer nel loro percorso di crescita professionale con attività di brand development e career management.
Chiara Rocca